Il dolore lombare irradiato agli arti inferiori rappresenta spesso il primo segno clinico di una
discopatia lombare degenerativa. Si tratta spesso di una malattia secondaria alla degenerazione del
disco intervertebrale ed alla conseguente sofferenza delle radici nervose ad esso vicine.
Varie condizioni possono indebolire un disco intervertebrale: il sovrappeso, uno stile di vita
sedentario, la guida prolungata di veicoli pesanti, le vibrazioni, i lavori ad elevato impegno fisico, il
sollevamento manuale di carichi pesanti, ecc.
La discopatia lombare si può manifestare con una sintomatologia dolorosa localizzata alla
regione lombare (lombalgia) e/o all’arto inferiore (sciatalgia). Il dolore si verifica perché il disco
sofferente agisce da fattore irritante sulla radice nervosa vicina, sia per compressione diretta, sia
perché irritata da agenti infiammatori derivanti dalla degradazione delle proteine del disco stesso.
Cenni di anatomia
La colonna vertebrale è costituita dalla regolare successione delle vertebre e dei dischi. Le
vertebre, composte da tessuto osseo, sono costituite da un corpo vertebrale che, insieme al
cosiddetto arco vertebrale, delimita il foro vertebrale. Fra una vertebra e la successiva si interpone
il disco intervertebrale, di consistenza fibro-elastica, composto da una parte esterna detta anello
fibroso e da un nucleo interno polposo costituito da un gel deformabile, ma resistente alle
compressioni.
Per ernia del disco si intende l’abnorme sporgenza del disco intervertebrale o la fuoriuscita
del nucleo polposo nel canale vertebrale.
Sintomi
La discopatia lombare è nota per i danni provocati sugli elementi nervosi contenuti nel
canale vertebrale. La lombalgia o lombosciatalgia nel 75% dei casi si risolve spontaneamente entro
quattro settimane e nel 95% dei casi entro i sei mesi. Tuttavia il tasso di ricaduta arriva al 60% nel
corso dei due anni successivi.
Diagnosi
La radiografia e la RMN del tratto lombare permettono il corretto inquadramento della
discopatia lombare.
Cure e Trattamenti
Il riposo fisico associato alla somministrazione di antinfiammatori e decontratturanti,
somministrati in forma iniettiva, quasi sempre si dimostrano efficaci. Entrambi i farmaci agiscono
in sinergia riducendo il dolore e decontraendo la muscolatura paravertebrale lombare.
Talvolta la sintomatologia dolorosa perdura comportando una limitazione funzionale nella
vita quotidiana sia lavorativa quanto domestica o ludica. Altre volte, il paziente può presentare
l’insorgenza di deficit motori dei muscolari innervati dalla radice vicina al disco sofferente sotto
forma di difficoltà a deambulare in punta di piedi o in equinismo.
In questi casi il trattamento chirurgico appare corretto ed utile al fine di evitare una
ingravescenza della patologia degenerativa discale.
Le tecniche mini invasive, come ad esempio la radiofrequenza, la coblazione o la
nucleoaspirazione trovano indicazione nelle situazioni meno gravi e richiedono un ricovero di un
giorno. Queste tecniche trovano indicazione nel paziente affetto da una lombalgia persistente, con o
senza componente radicolare periferica, scatenata da un’ernia discale contenuta. La tecnica
permette di rimuovere, con una procedura mini-invasiva ed in anestesia locale, quella porzione di
nucleo polposo del disco intervertebrale protruso causa della sintomatologia algo-disfunzionale. Per
effetto di questa decompressione discale, la radice nervosa riguadagna spazio: si risolve, così, il
dolore.
La coblazione del disco non va considerata un’alternativa all’intervento chirurgico, ma
un’opportunità per prevenire la chirurgia aperta.